C'è l'Ausl di Piacenza che ha promosso un piano di intervento a favore degli anziani, over 74, non conosciuti dai servizi socio-sanitari e residenti nelle montagne, "per rispondere concretamente ai loro bisogni sociosanitari".
Ma dal 2018 è attivo anche un progetto di "Infermiere di Famiglia e Comunità" nel territorio reggiano di Castelnovo ne' Monti, nelle aree lontane dai principali servizi.
Oppure Bologna, dove l'Ausl ha preso in carico i pazienti con patologia cronica in ambulatori infermieristici territoriali, strategia seguita in Romagna da Forlimpopoli e Bertinoro, o dove è spuntata la "piazza dei Colori": rivolta ad una comunità di 1.000 persone, mira a scongiurare il peggioramento delle condizioni di salute per via della diminuzione del potere di acquisto delle famiglie in questa fase.
È solo qualche esempio di buone pratiche sanitarie in Emilia-Romagna, dal punto di vista infermieristico.
L'occasione per presentarle e premiarle la offre oggi nel capoluogo regionale, proprio nella Piazza dei Colori vicina a via Mattei, la terza tappa del congresso itineranti della Fnopi, la Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche. Tra oggi e domani, la Federazione 'gira' in Emilia-Romagna, Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto
Adige. È proprio il Nord Est, infatti, a brillare in Italia per presenza di modelli positivi di assistenza infermieristica sul territorio: le sue Regioni non a caso sono tutte tra quelle "benchmark", prese come riferimento quanto a modelli più efficienti ed efficaci di assistenza.
"Oggi presentiamo - guarda avanti al congresso Fnopi l'assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini - ampie tracce di quello che sarà il futuro della sanità italiana ed emiliano-romagnola in particolare."
Un futuro della sanità, continua Donini, che vede "un forte protagonismo, quindi, delle professioni sanitarie e infermieristiche, dell'infermiere di famiglia e della medicina territoriale, che si prendono in carico il cittadino laddove sta il cittadino. Si illustrano oggi progetti sperimentali di buone pratiche che in un qualche modo anticipano la riforma a tema nazionale: anche come coordinatore della commissione Salute delle Regioni - puntualizza Donini - sono molto sensibile a far progredire e diffondere queste esperienze". Anche l'Emilia-Romagna investirà sull'infermiere di famiglia, quindi: "Non solo nella quantità negli infermieri di famiglia a disposizione della rete, ma anche - rilancia l'assessore regionale - della qualità del loro lavoro, sempre più immerso nella presa in carico di cittadini nel territorio. La loro sede naturale saranno quindi le Case di comunità alla base del Pnr, che sono già molto simili alle nostre Case della salute che incrementeremo ancora".
Condivide tutto il direttore generale dell'Ausl di Bologna, Paolo Bordon, che scandisce: "Questo è un momento storico interessante dal punto di vista delle opportunità. Sappiamo che nel paese si sta riprogettando un servizio sanitario più forte nel territorio e alcune delle figure professionali che si sono ricavate spazi enormi in questi anni, a partire dagli infermieri e da altri operatori sanitari, saranno protagoniste".
Intorno alle buone pratiche di esaltazione del ruolo delle professioni sanitarie, come l'infermiere di comunità o di famiglia, dunque "si possono fare molte cose, andando incontro ai pazienti cronici al ritmo della medicina d'iniziativa", continua il dg. che allo stesso tempo sprona: "Dovremo mettere più a regime queste nostre reti, che a livello di area metropolitana di Bologna sono già un punto di riferimento nazionale ma che possono crescere ancora. Le competenze le abbiamo, e avremo anche risorse importanti. Le Case della salute, che con quella che apriremo oggi saranno 17 a livello locale, si evolveranno verso un modello di 'Case di comunità', coinvolgendo volontariato e terzo settore".
Ci crede anche Luca Rizzo Nervo, deputato bolognese Pd ed ex assessore comunale a Sanità e Welfare di Bologna: "Questa rete di buone pratiche infermieristiche - assicura il parlamentare - rappresenta la concretezza, lungo una traiettoria utile a tutta la sanità italiana. Oggi le risorse di cui la sanità pubblica può godere, attraverso i 18,5 miliardi di euro del Pnrr, non servono solo per rilanciare i servizi che ci sono, ma per aggiungerne dei nuovi. E questo cambiando profondamente e migliorando i modelli di presa in carico continuativa del cittadino, secondo un approccio multidisciplinare in cui tutte le professioni portano un contributo. Gli infermieri in tutto questo sono già oggi fondamentali, e - prevede Rizzo Nervo - lo saranno sempre di più".
"Vogliamo premiare queste esperienze, affinché diventino attività consolidate e strutturate all'interno del nostro sistema sociosanitario. Del resto, sono attività coerenti con le indicazioni del Pnrr dove la casa è indicata come 'luogo primario di cura e assistenza'. Vogliamo raccogliere queste buone pratiche in tutto il territorio nazionale, per confezionare poi un documento-reportage da consegnare alle istituzioni che stanno discutendo del Pnrr".
È la 'missione' della Fnopi, Federazione nazionale delle professioni infermieristiche, scandita oggi dalla sua presidente Barbara Mangiacavalli, direttrice sociosanitaria dell'Asst Nord Milano.
Il programma viene rilanciato oggi alla piazza dei Colori di Bologna, al centro di una best practice anti-fragilità del sistema cittadino e dove si tiene la terza tappa del congresso "itinerante" della Federazione (si prediligono i luoghi all'aperto in scia all'emergenza sanitaria). Evidenzia aprendo i lavori Mangiacavalli: "Abbiamo 102 Ordini provinciali e interprovinciali, una rete capillare, e oltre 450.000 infermieri e infermieri pediatrici che in questo anno e
mezzo, più e meglio del solito, si sono dedicati ai più fragili, alla prossimità e alla territorialità. I modelli organizzativi e le innovazioni camminano sulle gambe dei professionisti: chiediamo quindi massima attenzione alle competenze degli infermieri, dentro al piano nazionale".
SANITÀ. INFERMIERI NEL PNRR, FNOPI CHIEDE "MASSIMA ATTENZIONE"
E se nell'ultimo anno e mezzo, ma soprattutto all'inizio della pandemia, "ci hanno chiamato eroi, questa è una retorica che comprendiamo ma che non condividiamo, perché noi infermieri siamo dei professionisti. In questo anno e mezzo, più che mai, siamo stati vicini alle persone, del resto lo abbiamo scritto nel nostro Codice deontologico che il tempo di relazione è 'un tempo di cura'. Lo abbiamo sempre fatto, anche se in questo anno e mezzo è diventato tutto più visibile".
In tutto questo non si può non parlare di Emilia-Romagna, rete territoriale che sia spicca sia in generale sia nello stesso Nord-Est. "L'Emilia-Romagna - riconosce la presidente Fnopi - è una delle regioni più avanzate, dal punto di vista della rete territoriale e della prossimità. Qui sono partiti da molti anni le Case della salute, sulla linea delle Case di comunità del Pnrr: questa regione è avanti, su queste iniziative, e confidiamo possa continuare così. Anche mostrando concretamente nei fatti - è il riferimento di Mangiacavalli alla riforma sanitaria in atto in Regione - quello che ha annunciato per la nostra professione", anche sulla direzione assistenziale nelle Ausl che tocca gli infermieri.